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Io Sono

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lugano, Switzerland
ღ ღ ღ capricorno,ascendente leone, luna in acquario. Sono una persona semplice, abbastanza solitaria e avendo intrapreso un nuovo percorso spirituale la solitudine mi aiuta a centrarmi e a meditare.Vivo attimo per attimo,il momento presente e da questo tutto diventa sincronicità. In tutto cio' che si fa, è la Mano di Dio a guidarci, nulla accade per caso...pensaci!!! Quando amo do' tutta me stessa...e ora amo con tutto il mio Cuore...ღ ღ ღ

vivi l'attimo
vivi qui e ora
vivi nel presente
ama incondizionatamente
sii te stesso...sempre
ascolta il tuo Cuore


...che ne sai dell'origine delle lacrime
se non hai mai pianto...
Renato Zero


mercoledì 15 giugno 2011

DIVULGARE AMORE NON E' UN REATO

IL SILENZIO DI DIO

di Bruno Franchi


Perché Dio non si va vedere? Perché non ci aiuta eliminando la fame, le malattie, le guerre, e tutto il male che dilaga nel mondo? Quanti esseri umani nel corso della storia si sono chiesti questi perché, ma purtroppo TUTTI i perché dell'uomo sono rimasti dei perché non ascoltati dal momento che Dio è rimasto sempre in silenzio anche se qualcuno ci fa credere che abbia parlato tramite degli interlocutori, ma essi erano veramente la voce di Dio? Oppure era la loro coscienza che parlava? Se si pensa a Dio nessuna parola può descriverlo perché qualcosa che si ritiene che non abbia spazio né tempo non può che essere al di là del conosciuto dell'uomo e quindi tutti i tentativi lodevoli per descriverlo o per rappresentarlo sono altro che la nostra proiezione mentale di desiderarlo in funzione della nostra realtà.

Nessun essere vivente pensante nella storia umana è stato in grado di dare una risposta definitiva sull'esistenza di Dio poiché tutto quello che si è scritto o raccontato su Dio non rappresenta una prova definitiva sulla sua esistenza giacché se ci fosse una prova tutto il genere umano non sarebbe ancora qui a chiedersi: se Dio esiste, o Dio non esiste. Se quindi non c'è mai stata una prova sulla sua reale esistenza perché l'uomo crede ancora oggi, in un Dio silenzioso e invisibile che non ha mai parlato e non interviene mai nelle faccende terrene? Può dunque il Padre di tutti gli uomini come è definito, lasciare liberi i suoi figli di fare quello che vogliono? Se si prende l'esempio terreno, la madre e il padre accudiscono i loro figli fin quando sono piccoli e li educano in funzione di quello che sono, e chi ama i propri figli li difende e li protegge a costo della sua vita. Non c'è bisogno di scriverlo ma chi ha dei figli sa che farebbe qualsiasi cosa per loro per non vederli soffrire, come mai allora Dio non si comporta come un Padre e una Madre terreni? La risposta forse è un'altra di quelle che ci poniamo da sempre e in questo breve scritto tenterò di capovolgere la prospettiva che fin dall'inizio l'uomo è stato inevitabile che si ponesse poiché l'uomo a posto sopra di sé un'autorità trascendentale che gli desse il senso della propria presenza nel mondo e nell'universo che l'uomo osservava.

Quando l'uomo ha cominciato a pensare certamente tutto gli sembrò ostile perché non ne capiva il funzionamento. Oggi sappiamo che cosa è un temporale ma l'uomo primitivo ne aveva paura questo perché la nascita dell'intelligenza non ci ha dato istantaneamente la conoscenza assoluta di tutte le cose, poiché le cose si comprendono con il tempo e per l'uomo è stato inevitabile percepire il mondo in quel modo animistico. Dio quindi nasce nella mente dell'uomo come interrogativo di dare una risposta a quello che l'uomo osservava ma non capiva e quindi il non capire l’ambiente in cui era immerso per forza di cose nella mente dell'uomo dovette scaturire un principio metafisico al di là dell’uomo stesso. L’uomo primitivo dunque non conoscendo nulla di se stesso e del mondo in cui viveva cominciò ha interpretare la natura animandola con le proprie sensazioni fisiche, il che Animismo e Magia sono nati come primo tentativo di capire la realtà proiettando però sulla realtà anche le proprie paure e fantasie. L’uomo primitivo proiettava la sua realtà e la natura era concepita come “animata", ma quest’animazione era limitata dalle proprie reali esperienze e sensazioni. Gli spiriti non potevano che essere di aspetto terreno, il sole e le stelle erano considerate come le persone viventi. Le anime dei morti continuavano ad esistere negli animali. Si può dire che il mondo mentale del primitivo non falsificava la natura ma la trasformava al suo desiderio di continuità. Anche oggi tendiamo a proiettare la nostra realtà su tutto quello che non si conosce e Dio è il mistero assoluto e anche se non si è mai presentato agli uomini a parte gli atei la maggioranza dell’umanità crede in un Dio creatore.

La ragione di tale credenza nasce dal fatto che fin dall’inizio abbiamo percepito un qualcosa che anche oggi sentiamo ma non sappiamo spiegare e chiunque a fede sa che Dio esiste in quanto lo sente dentro di sé. Esiste dunque un Dio al di sopra di noi? Oppure ci stiamo illudendo fin dall’inizio? Non c’è dubbio che la non conoscenza delle cose ci ha portato a credere che al di là delle cose ci fosse un creatore che abbiamo definito in tanti nomi, ma al di là della parola per definirlo l’uomo ha sempre percepito nel suo intimo che c’è qualcosa cui l’uomo sente ma non riesce a conoscere pienamente con i propri sensi che sono l’unico strumento per sentirlo e conoscerlo.

Nel mio libro “Siamo Dio oltre fede e scienza” www.ilmiolibro.it ho voluto cercare di capovolgere tutto quello che l’uomo si è creato fin dal principio per dare un senso di cosa è l’Universo materiale in cui la vita è la punta più avanza poiché unica specie capace d’indagare se stessa e l’universo dove è immersa. Il silenzio di Dio è perfettamente comprensibile se viene capovolta la prospettiva di come si guardano le cose poiché se Dio diventa egli stesso il protagonista vitale, tutto cambia alla luce di tale prospettiva, giacché quello che si è sempre considerato silenzio in realtà diventa comprensibile se è Dio che partecipa alla creazione essendo egli stesso la creazione come atto per esistere in un’altra dimensione e forma che egli stesso si è creato per espandersi e rendersi visibile diventando paradossalmente osservatore di se stesso. Il Dio che ci siamo creati non è mai intervenuto perché come può un Dio intervenire se egli stesso che sta partecipando alla corsa? L’universo materiale visto in quest’ottica non è separato da Dio come nella prospettiva che vediamo noi poiché noi trasferiamo la nostra realtà divisa in ogni cosa che guardiamo. Geothe diceva: “Qual è la cosa più difficile di tutte? Quella che sembra la più facile: con gli occhi vedere ciò che davanti agli occhi si trova”. Possiamo pensare di essere creatore e creatura nello stesso tempo? Per rendere più chiaro il concetto farò un esempio: mettiamo che un giorno una persona chiamata Guido perda la memoria, da quel giorno Guido non sarà più Guido poiché non avrà l'identità psichica di essere Guido, quindi essere privo di memoria diciamo che diventa l’identità psichica X così nella mente ci saranno due identità: Guido + X, la nuova identità X non sapendo però a dentro di sé Guido che non ricorda, per ricordare di essere Guido va nei luoghi dove ha vissuto Guido. L'identità nuova X nel vedere tali luoghi: casa, lavoro, persone, ecc.. rimane impassibile perché i luoghi e tutto il resto non gli fanno sentire e ricordare nulla della propria storia. Per la nuova identità X dunque diventa difficile capire chi è anche se davanti hai suoi occhi c'è tutto di Guido. Ma gli occhi guardano ma non succede nulla nella mente. Un giorno però qualcosa di nuovo accade, la X guardando la fotografia di Guido rimane per un attimo incantata perché sente una strana sensazione dentro di sé come se quella fotografia gli comunicasse qualcosa che però con la ragione non sa spiegarsi. Quella piccola sensazione gli fece riaffiorare un lampo di intuizione nella sua mente, un fotogramma di ricordo troppo breve per afferrarlo nella consapevolezza di ricordare pienamente di essere Guido. Dopo quella sensazione la X decide con la ragione di osservare meglio le cose, poiché sente che quelle cose gli possono dare la risposta ha tutta la sua angoscia di voler sapere chi è realmente. Come un orfano senza conoscenza della propria origine, la X allora decide che la sua nuova Vita dovrà essere all'insegna della ricerca della verità, poiché la Verità non è la nuova vita anche se in quella vita falsa può fare tutto, mangiare, dormire, lavorare, fare l'amore, ma la nuova Vita inconsapevole è ignorante del vero sé, ha sempre nella mente quella piccola visione, un ricordo che la nuova identità X amplierà soltanto nella conoscenza della storia di Guido, più conoscerà le cose di Guido più la X ricorderà di essere Guido. La X non sa quanto ci vorrà per arrivare a capire, arrivare a conoscere e sentire la vera identità, ma sa che se rinuncerà a cercare dovrà rassegnarsi a vivere da X fino alla morte della falsa x, se invece con determinazione, coraggio, e tanta osservazione potrà riuscire a ricordare, non importa quanto ci vorrà, un attimo, un giorno, tutta la vita, un giorno la X conoscerà la Verità, e il cammino dell’identità X sarà servita per arrivare a Guido. Con questa piccola storia di Guido e la X ho voluto far riflettere che da sempre tutti viviamo cercando qualcosa, questo qualcosa ognuno lo identifica e lo cerca con il vissuto della propria identità che può essere Ernesto, Maria, Giovanni, Carla, ecc.. ecc..., ma il vissuto di ogni identità psichica rappresenta il tentativo per ricordare di essere TUTTI l’energia infinita che abbiamo chiamato, Dio, poiché se la persona che perde la memoria togliamo Guido dalla sua mente, e ci mettiamo al suo posto Dio chi dovrebbe ricordare di essere?



Potrà sembrare un paradosso di essere Guido ma nello stesso tempo essere anche Dio, non ha caso ogni religione dice che Dio è dentro di noi, quindi la nostra intelligenza va vista come un ricordare quello che siamo già. Se pensiamo all’intuizione nessuno a mai compreso fino in fondo cosa sia, giacché l’intuizione non nasce dall’esperienza come qualcuno afferma dal momento che il nuovo è qualcosa non legato al vecchio inteso come conosciuto. L’intuizione quindi è un attimo di verità, un frammento di ricordo che cogliamo nella mente ma non sappiamo da dove nasce. Lo diamo per scontato il poter acquisire nuove informazione in tutti i sensi, ma tali informazioni sono come le informazioni della persona che ha perso la memoria che guardando i luoghi e gli oggetti o le persone familiari ricorda la sua vera identità. L’analogia fra l’uomo che perde la memoria e noi ci fa capire che il cammino che stiamo facendo da molto tempo ci porterà verso qualcosa di familiare che lo possiamo percepire prima con la sensazione e poi tradurlo nel linguaggio della mente per materializzare tale sensazione, indagando come stiamo facendo da lungo tempo con i sensi quello che avviene in ogni campo della conoscenza, per capire chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando.



C’è un bel racconto zen che dice: “Oh, quanto soffro. Le altre onde sono così grandi e io sono così piccina. Alcune onde sono tanto ricche e io sono così misera”. E l’onda grande gli rispose.”Pensi di soffrire perché non hai visto chiaramente il tuo ‘volto’ originale”. “Non sono un’onda? E che cosa sono, ribatte l’onda piccina”. “L’onda è solo la tua forma temporanea, in realtà sei acqua”. “Acqua?” esclamò l’onda piccina”. “Quando ti renderai conto che la tua essenza fondamentale è l’acqua, non penserai erroneamente di essere un’onda e la tua sofferenza sparirà”. “Oh, capisco io sono te è tu sei me siamo entrambi parti di un sé più vasto”.

Con questo racconto si pone il problema di come nella nostra realtà individuale si pensa egoisticamente di appartenere solo a se stessi poiché l’uomo che non sente non può che sentire il proprio dolore o piacere perché non è in contatto con il proprio nucleo vitale, e di conseguenza con gli altri visto che è come un fortino le cui mura non gli permettono di sentire tutto l’universo che ha intorno. Noi siamo dunque acqua = Dio ma ci sentiamo onda = Figlia di un mare d’acqua che non vediamo e non sentiamo così le onde si dividono dal mare d’acqua perché pensano da onde e come tale tutto sarà in funzione della divisione fra onda e mare e per le onde diventa normale e logico pensare al mare come creatore delle onde.

Per tornare al silenzio di Dio diventa chiaro del perché il Dio che ci siamo creati non ha mai parlato e non si è fatto mai vedere perché alla luce della non divisione tutto è riconducibile all’unità quindi è Dio che sta camminando con le forme che si è dato e quando ci renderemo conto che la nostra essenza fondamentale è Dio, non penseremo erroneamente di essere Giorgio, Maria, Carlo, Elisa, ecc... ecc... e la nostra sofferenza sparirà poiché se siamo Dio nessuno ci può aiutare: è questo il paradosso di essere Dio ma nello stesso tempo essere qualcosa che sente, pensa ma non sa del perché sente e pensa in quanto non ricorda ancora di essere Dio.

Quanti disastri l’uomo a compiuto verso se stesso, massacri dopo massacri, che non hanno mai trovato ascolto da parte di un Dio inventato per necessita, che non poteva intervenire quando milioni di credenti lo invocarono inutilmente, prima che venissero asfissiati nelle camere a gas per mano di altri esseri umani. Dov’era Dio quel giorno, si sono sempre chiesti i credenti del Dio Padre. La risposta a tale olocausto non c’è mai stata, ieri, e anche oggi. Milioni di persone devote ad un Dio che li ha lasciati morire nonostante le preghiere di aiuto. Un Dio che si è sempre creduto onnipotente, come può far vivere i suoi figli nell’inferno? Un Dio perfetto non può creare imperfezioni, ma crea copie perfette di sé, senza bisogno di evoluzione.

Quando Reich, in Etere Dio e Diavolo, scrive: “La sete di conoscere esprime tentativi disperati, a volte, da parte dell’energia orgonica entro l’organismo vivente, a comprendere se stessa, a divenire consapevole di sé. E nel comprendere i propri modi e i propri mezzi di essere, essa impara a capire l’oceano di energia orgonica cosmica che circonda il prorompere e l’indagare delle emozioni. Qui noi ci accostiamo al massimo enigma della vita, la funzione dell’AUOTOPERCEZIONE e dell’AUTOCONSAPEVOLEZZA.”

E l’energia infinita Dio che alimenta l’identità finita... non è l’identità finita che alimenta Dio, poiché noi abbiamo iniziato a pensare grazie a Dio che si è costruito nel tempo un corpo, e organi di senso che potesse vedere, odorare, toccare, sentire, gustare, dentro il luogo=Terra che si è creato per esistere in altre dimensione di sé.

Per rendere più chiaro cosa voglio dire faccio un altro esempio. C’è un personaggio della fantasia umana che si chiama: L’uomo invisibile. Di questo personaggio nato dalla mente di un uomo inconsapevole.... ne hanno fatto poi diversi film. Il protagonista della storia, uno scienziato eccentrico è non normale al canone degli altri esseri viventi della realtà, dopo che aveva trovato la formula chimica dell’invisibilità, come in ogni trama della lotta tra bene e male, lui non riesce più a ritornare come era prima, e quindi perdendo la visibilità corporea della vita come il mondo conosce, per rendersi visibile agli altri, doveva bendarsi tutto il corpo invisibile per renderlo visibile e materiale come prima, altrimenti rimaneva nel suo stato perenne di solitudine invisibilità corporea=identità finita che anche lo specchio non poteva riflettere, ma se bendato lo specchio rifletteva la sua immagine e identità e lui con gli occhi invisibili poteva vedere di nuovo se stesso.

Se trasferiamo in Dio questa invisibilità che si rende visibile con bende materiali che lo avvolgono formando una figura maschile e femminile come nel celebre disegno di M.C.ESCHER, si può cogliere il senso della vita in questo pianeta in una sola immagine che è uscita dalla mente di un uomo come tentativo artistico=ricordo che l’identità psichica e di chi ha scritto anche il racconto in questione. E anche L’immagine di M.C.ESCHER che gli è apparsa nella mente e trasferita sulla carta, grazie a l'indefinito Dio che è la sorgente infinita dove ogni nuova intuizione umana proviene senza che l’identità relativa psichica se ne renda conto consciamente.

L’esempio dell’uomo che perde la memoria di sé, ci può far capire che tutti gli esseri viventi pensanti, non sono stati mai consapevoli mentre facevano le loro scelte di sopravvivenza quando erano animali, e neanche nel passaggio successivo dove l’animale e diventato vita pensante essendosi staccato per scelta di sopravvivenza dal regno animale dove era nato.

Dio quindi all’inizio del suo commino materiale, non è mai stato consapevole ma nelle scelte per esistere, ha sempre avuto la possibilità di ricordare come è avvenuto con il primo seme di ricordo che è diventato pensiero, e poi intelligenza.

Noi non siamo intelligenti per casualità, come non siamo nati per caso, in noi esiste il Guido=Dio del racconto che noi non ricordiamo di essere.

Queste parole spogliate di misticismo e meccanicismo, assumono una visione chiara alla luce della conoscenza di chi siamo, poiché il nostro anelito a cercare attraverso ogni espressione umana, non può che essere un tentativo talvolta disperato di capire la nostra origine cosmica, tale origine, non può essere lontana o divisa da noi, ma al contrario, è più vicina di quanto noi pensiamo e crediamo. Il credente che cerca Dio nella preghiera, o il filosofo lo scienziato, che cerca la verità nel ragionamento, o nell’osservazione della natura, hanno in comune lo stesso sentire, che li spinge nella stessa direzione, anche se in modi diversi. Come l’uomo che perde la memoria di sé, ciò che è malato finirà di vivere in modo deformato, tale deformazione è sempre stata una nostra scelta, e fa parte del cammino stesso che l’energia orgonica cosmica=Dio inconsapevole di sé, nel tentativo evolutivo per poter arrivare a ricongiungersi con se stessa nella pienezza di esprimersi, per esistere, essere reale, essere AMORE per sempre.



con CUORE

bruno franchi

sabato 16 aprile 2011

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domenica 13 marzo 2011

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